Estate 1943: per non dimenticare

Foggia ricorda quella tragica estate del ’43 e i suoi 20mila figli morti sotto le bombe

«La Storia non deve essere distorta o censurata: Foggia fu ‘usata’ dagli alleati per lanciare un messaggio di superiorità, un monito alle truppe che ancora avevano intenzione di resistere all’avanzata anglo-americana lungo la Penisola», il messaggio forte del sindaco Landella

Ancora più duro il presidente Miranda: «Foggia fu presa di mira  perché la sua posizione geografia e le sue infrastrutture ne facevano un naturale centro di importanza strategica, sia civile che militare. Per le stesse ragioni oggi Foggia continua ad essere penalizzata. La manifesta ostilità a rendere pienamente operativo il Gino Lisa e il declassamento della Stazione Ferroviaria sono la prova provata di un atteggiamento ostile nei confronti di Foggia e della Capitanata» e ADV.

A distanza di 74 anni da quella tragica estate di bombardamenti che rasero al suolo la città e si presero 20.298 vite umane, Foggia c’è a ricordare i suoi figli morti sotto le bombe, a denunciare un sacrificio ingiusto, a trasmettere la memoria di quella barbarie ai giovani. Anche questa mattina, giorno in cui, nel 1943, 90 aerei angloamericani piombarono sulla città per vomitare fuoco e morte, la tragicità di quegli avvenimenti cruenti è stata commemorata dalle istituzioni cittadine: il Prefetto Maria Tirone, il sindaco in carica Franco Landella (ma a Piazza Italia erano presenti anche i suoi predecessori Gianni Mongelli e Paolo Agostinacchio), il presidente del Consiglio comunale Luigi Miranda, il consigliere comunale e provinciale Pasquale Cataneo con la fascia di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale, sotto la quale si notava la cravatta da ferroviere (il suo lavoro), orgogliosamente ostentata proprio in ricordo dei tantissimi colleghi morti sotto i bombardamenti a cui è stato dedicato anche un monumento nell’atrio della stazione ferroviaria; il comandante provinciale dei Carabinieri Marco Aquilio, il vice questore Alfredo D’Agostino, esponenti delle altre forze dell’ordine e militari. La giornata commemorativa è iniziata con i 12 rintocchi della campana del municipio di Foggia da parte del sindaco Landella, alle 9.39 (ora in cui il 22 Luglio del 1943 iniziarono le incursioni aeree), poi la deposizione di una corona al monumento dei caduti in Piazza Italia e a quello eretto nella stazione ferroviaria. 

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Foggia – 22 luglio 2019, tutta la città di Foggia ha ricordato uno degli episodi più neri della sua storia: i feroci e devastanti bombardamenti che diedero inizio all’estate più brutta di tutta la storia foggiana, quella terribile estate del ’43, un’estate di morte e distruzione.

Il 1943 per la città di Foggia rappresenta una sorta di “anno zero”. Fino a quel momento i foggiani avevano sentitolo solo lo stridulo suono delle sirene che anticipavano delle esercitazioni in vista di eventuali bombardamenti.

Fino a quel momento i foggiani non immiginavano minimamente ciò che sarebbe successo in quella maledetta estate del 1943, un’estate calda di orrore, paura e tante vittime.

Sulle ragioni dell’accanimento delle forze armate angloamericane sulla città di Foggia ancora di dibatte molto. Sicuramente una serie di ragioni porta a considerare la conquista della città e delle sue zone limitrofe, con numerose piste di atterraggio (in provincia di Foggia, dal 1945 ad oggi, si attesta la presenza di ben 35 basi tra aeroporti e idroscali), un luogo strategico.

Si riteneva il territorio foggiano un vero e proprio luogo strategico e di fondamentale importanza per il proseguimento del devastante conflitto mondiale che stava procurando numerosissimi vittime, orrore e tanta paura.

Dalle piste foggiane, infatit, era possibile operare incursioni aeree su una gran parte dei territori occupati dai tedeschi, incluse le città del Nord Italia che furono bombardate dalle truppe alleate utilizzando proprio le basi foggiane.

Perchè distruggere la Stazione ferroviaria di Foggia? Semplice, il nodo di Foggia era fondamentale per smistare i rifornimenti militari e le truppe verso il Sud Italia. Di grande rilievo era anche la Cartiera di Foggia e la presenza di un centro chimico militare realizzato in prossimità ddella fabbrica.

“La fabbrica infatti fu considerata un obiettivo militare dagli alleati perche o nazi-fascisti, per far fronte alle esigenze di produzione di materiale bellico, vi avevano installato un Centro Chimico per la fabbricazione del gas fosgène, ossicloruro di carbonio e la nitrocellulosa”, si legge nel libro Lotte operaie nella cartiera di Foggia di Lorenzo Ventrudo.

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